Montenegro

Cetinje, una passeggiata nel cuore del Montenegro

Sommario

Incastonata in una verde vallata e circondata da aspre montagne grigie, Cetinje è una strana via di mezzo fra un’antica capitale e un villaggio troppo cresciuto, dove villette a un piano e maestosi palazzi sorgono fianco a fianco lungo la stessa strada. Molti di questi grandiosi edifici, un tempo frequentati da principi e diplomatici, sono stati trasformati in museo o scuole di musica e arte.

La città fu fondata nel 1482 da Ivan Crnojevic, governatore del regno di Zeta, che era stato costretto a cedere agli ottomani Zabljak Crnojevica, la capitale situata nei pressi di Skadar. Nella piazza principale, Dvorski Trg, si trova una statua a lui dedicata. Cetinje sembra rassegnata al fatto che la maggior parte dei visitatori arrivi e riparta sugli autobus dei tour organizzati (e spesso è proprio così, perciò offre possibilità di alloggio molto limitate e pochi veri e propri ristoranti. Nei fine settimana, le viuzze acciottolate che si diramano dalla strada principale risuonano di musica a tutto volume (tanto che, se scoppiasse una guerra di sabato sera, nessuno se ne accorgerebbe!).

Cetinje, un museo a cielo aperto

La strada principale di Cetinje è la bella Njegoseva, una via in parte pedonale fiancheggiata da interessanti edifici, caffè e negozi. All’estremità meridionale si trovano due parchi alberati e l’elegante Palazzo Azzurro, costruito nel 1895 per il principe Danilo e oggi adibito a Palazzo Presidenziale con giardini molto curati. Il pregevole palazzo vicino è l’ex sede dell’ambasciata britannica, edificata nel 1912 in stile georgiano; oggi ospita una scuola di musica. Immediatamente a nord del tratto pedonale della via, date un’occhiata all’insolito edificio art nouveau rivestito di piastrelle smaltate, ex sede dell’ambasciata francese.

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Dalla Chiesa Vlach al Monastero di Cetinje

I vlach vivono in tutti i Balcani e in gran parte dell’Europa centrale e orientale. Si ritiene che siano i discendenti della popolazione romana (dal punto di vista etnico identificabile come latina o illirica romanizzata) che si rifugiò nelle aree più remote del paese quando gli slavi giunsero da nord. In Montenegro formarono comunità di pastori seminomadi che si spostavano con le loro greggi tra pascoli estivi e invernali. Mentre negli stati vicini i vlach conservano le proprie usanze e continuano a parlare una lingua derivata dal latino, in Montenegro sembrano essersi assimilati alla popolazione slava. Un segno della loro presenza è costituito da una Chiesa, il cui edificio risale al XIX secolo. In realtà fu fondata intorno al 1450 e di conseguenza precede la fondazione montenegrina di Cetinje. La struttura originaria era fatta di paglia tenuta insieme con il fango; oggi il vanto della chiesa è la sontuosa iconostasi dorata.

Date un’occhiata allo steccato che circonda l’edificio, realizzato con 1544 canne di fucile sottratte agli ottomani durante le guerre della fine del XIX secolo. Nel cortile si trovano due stecci del XIV secolo, i misteriosi monumenti in pietra intagliata visibili in tutto il Montenegro settentrionale e nella vicina Bosnia.

Il Monastero di Cetinje è stato ripetutamente distrutto dagli ottomani e sempre ricostruito. L’unica decorazione esterna del robusto edificio visibile oggi, risalente al 1786, è rappresentata dai capitelli delle colonne recuperati dal monastero originale. Nella cappella sulla destra del cortile sono custoditi i tesori più preziosi del luogo: un frammento della Santa Croce e la mano destra mummificata di San Giovanni Battista. La reliquia ha una storia affascinante: sopravvissuta a guerre e rivoluzione, è passata di mano in mano tra imperatori bizantini, sultani ottomani. Cavalieri di Malta, zar russi e sovrani serbi. Oggi è custodita in uno scrigno d’oro tempestato di pietre preziose vicino alla finestra della cappella, avvolta in un tessuto pregiato  con un’icona del santo ai suoi piedi. Il cofanetto viene aperto per la venerazione soltanto in occasioni di particolare solennità, ma non deve trattarsi di uno spettacolo piacevole.

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La visita al tesoro del monastero è consentita soltanto ai gruppi accompagnati da uno dei monaci, ma, se sarete abbastanza convincenti e disposti ad aspettare, potreste riuscire ad entrare lo stesso. All’interno potrete ammirare numerosi oggetti affascinanti che richiederebbero una visita meno frettolosa, fra cui paramenti sacri ornati da pietre preziose, antichi manoscritti, icone e una copia risalente al 1494 dell’Oktoih, il primo libro stampato in lingua serba. La corona del sovrano serbo del XIV secolo Stefan Uros III Decanski è decorata di perle, grandi pietre preziose e inestimabili lacche bizantine.

Per visitare il monastero è richiesto un abbigliamento decoroso  i visitatori e visitatrici in pantaloncini, canottiera o abiti scollati dovranno indossare un poco invitante copriabito.

Annette Palmieri

Napoletana, gattara, logorroica, twittatrice compulsiva, non vivo senza il mio smartphone a portata di mano. Vi avviso: sono peggio di Lucy Van Pelt. Amo le parole e quotidianamente lotto contro i miei nemici giurati: i refusi. Non sono brava in tutto anzi, le cose che so fare sono notevolmente maggiori rispetto a quelle che non so fare. Ad esempio, so scrivere ma non so camminare e bere contemporaneamente.