Montenegro

La baia di Kotor: tante meraviglie da esplorare

Sommario

Tuffatevi nel passato di un’Europa di cittadine fortificate cinte da fossati, con vicoli ombrosi e piazze su cui si affacciavano chiese di pietra. Non sarà imponente come quella di Dubrovnik o elegante come quella di Budva, ma la Stari Grad di Kotor ha un’aria molto più vissuta e ricca di carattere. L’impressione che scaturisce dalle ripide montagne grigie circostanti conferisce al paesaggio un presagio oscuro, come se in qualsiasi momento la cittadina potesse essere inghiottita in un abbraccio roccioso.

Kotor è una splendida e pittoresca cittadina incastonata tra alte montagne in un suggestivo angolo della baia. Le sue possenti mura, erette a partire dal nono secolo e rimaneggiate fino al diciottesimo secolo, si inarcano salendo sul ripido pendio alle spalle dell’abitato. Da lontano si distinguono a malapena dal versante grigio della montagna, ma di notte sono suggestivamente illuminate e si riflettono nel mare avvolgendo Kotor in un alone dorato. Le mura racchiudono un labirinto di vicoli lastricati in marmo e piazze nascoste in cui scoprirete chiese, negozi, bar e ristoranti. Nei mesi di luglio e agosto i turisti affollano le strade di Kotor e il porticciolo si riempie di yacht di lusso, ma la cittadina non diventa mai eccessiva come altre località della costa, forse perché le sue acque non sono particolarmente adatte alla balneazione. Tuttavia, chiunque sia sensibile al fascino del romanticismo, al buon cibo, alla storia e all’architettura non mancherà di vivere a Kotor uno dei momenti più interessanti del suo viaggio in Montenegro.

Secondo gli storici, Kotor fu fondata in epoca romana, quando era conosciuta con il nome di Acruvium e faceva parte della provincia romana della Dalmazia. Il suo aspetto attuale si deve in gran parte ai veneziani, che ne detennero il controllo per quasi 400 anni, all’epoca in cui era nota come Cattaro. Nel 1813 si unì una prima volta per un breve periodo al Montenegro, ma con la Restaurazione venne restituita all’Austria, sotto al cui controllo rimase fino alla fine della prima guerra mondiale. Nella zona c’è una lunga storia di cooperazione fra ortodossi e cattolici, anche se il numero di questi ultimi è sceso dal 51% del 1900 all’attuale 18%. I croati attualmente costituiscono appena l’11% della popolazione.

Cosa vedere a Kotor

La cosa migliore da fare per visitare Kotor è perdersi (e ritrovarsi) nel labirinto delle sue deliziose stradine; ben presto ne conoscerete ogni angolo, perché è una cittadina di dimensioni molto contenute, ma troverete molte chiese in cui sbirciare e numerosi caffè in piazze ombreggiate dove fare una sosta.

L’ingresso principale a Kotor è la Porta del Mare, costruita nel 1555 durante il regno della Serenissima: passeggiando per la città cercate il leone alato di San Marco, simbolo di Venezia. Sopra la porta, la data della liberazione dai nazisti è ricordata con una stella comunista e una citazione di Tito.

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Non vogliamo le loro cose, non diamo le nostre.

Attraversando la porta, notate i rilievi in pietra del quindicesimo secolo raffiguranti la Madonna col Bambino e, a fianco San Trifone e San Bernanrdo. Arrivati in Trg od Oruzja, vedrete di fronte alla torre dell’orologio la strana piramide in pietra dove venivano messi alla berlina i cittadini colpevoli di qualche reato.

L’edificio più imponente di Kotor è la Cattedrale di San Trifone eretto originariamente nel dodicesimo secolo, ma ricostruita diverse volte in seguito ai danni causati da numerosi terremoti. Quando l’intero frontone fu distrutto nel 1667, i campanili vennero ricostruiti in stile barocco, ma quello di sinistra non fu mai completato. L’interno dalle tonalità chiare è un capolavoro di architettura gotico-romanica, con snelle colonne corinzie alternate a pilastri di pietra rosa a sostegno di una serie di coperture a volta. L’altare dorato con rilievi in argento è il vero gioiello di Kotor. Salendo nella cappella del reliquiario si possono ammirare alcune belle icone, un enigmatico crocifisso ligneo del 1288 e, dietro la grata, alcune reliquie di santi tra cui San Trifone martire, patrono della città e venerato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa.

Dopo aver percorso tutta la città tra le sue meraviglie, arriverete al Monte Sveti Ivan, una delle vette più basse del massiccio del Levéen ma che comunque domina l’abitato di Kotor. Si può compiere l’ascesa di 1200 m fino in vetta salendo i 1350 scalini lungo le fortificazioni costruite a partire dal nono secolo e completate nel quattordicesimo secolo, per godere di una vista indimenticabile da un’altezza di 260 metri sul livello del mare e anche un po’ di legittima soddisfazione. Ci sono dei punti di accesso alle mura nei pressi della Porta Nord e alle spalle di Trg od Salate; evitate le ore più calde e portate con voi molta acqua da bere. I viaggiatori più in forma possono salire lungo l’antica carrozzabile nota come Scala di Cattaro, che inizia vicino al fiume Skurda e sale a zig zag sulla montagna fino a congiungersi con il Coastal Mountain Traversal all’interno del Parco Nazionale di Lovcén.

Da Kotor a Perast per una passeggiata romantica

La piccolissima cittadina di Perast, località romantica costituita quasi esclusivamente da eleganti chiese e palazzi barocchi, rappresenta il cuore dell’intera Baia di Kotor. Si trova in posizione perfetta al vertice dell’insenatura interna, proprio di fronte allo stretto canale che conduce alla parte più esterna della baia. Raggiungete in barca Gospa od Skrpjela, una delle due isolette situate a breve distanza dalla costa, dove una cupola azzurro cielo sovrasta una chiesa che custodisce numerose offerte votive lasciate da marinai devoti.

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Perast sembra un angolo di Venezia che si è staccato dall’Italia e ha navigato nel Mare Adriatico fino alla Baia di Kotor; le sue strade risuonano di ricordi malinconici dell’epoca in cui era ricca e potente. Pur avendo un’unica via principale, questa piccolissima cittadina vanta ben 16 chiese e 17 palazzi un tempo maestosi. Mentre alcuni sono ridotti a enigmatiche rovine in cui crescono bounganvillea e fichi selvatici, altri sono stati travolti dal vortice del rinnovamento che ha colpito la cittadina. Al centro sorge la cattedrale di San Nicola, in una piccola piazza orlata di palme da dattero e abbellita dai busti in bronzo dei cittadini più famosi di Perast. La Chiesa di San Nicola ospita anche un museo, all’interno del quale sono custoditi i resti di vari santi e paramenti sacri magnificamente ricamati. La chiesa di per sé è incompiuta e, considerato che la sua costruzione fu avviata nel quattordicesimo secolo e che da allora la comunità cattolica della baia è sensibilmente diminuita, viene il sospetto che non sarà mai portata a termine. Dalla cima dell’imponente campanile, alto 55 metri, si ammirano bei panorami sul mare.

A breve distanza dalla costa si trovano due isole particolarmente pittoresche. La più piccola, l’Isola di San Giorgio, sorge su una barriera corallina naturale e ospita un monastero benedettino ombreggiato dai cipressi. La più grande, l’Isola di Nostra Signora dello Scoglio, fu creata artificialmente nel quindicesimo secolo attorno a uno scoglio dove era stata ritrovata una statua della Madonna. Ogni anno, il 22 luglio, si svolge una processione di barche durante la quale gli abitanti del posto, muniti di pietre, ne rievocano la costruzione. La magnifica chiesa cattolica situata sull’isola fu eretta nel 1639; al suo interno ospita splendidi dipinti e centinaia di quadretti votivi in argento. Un piccolo museo espone, tra le altre cose, un’originalissima icona della Madonna con Bambino, ricamata in parte con i capelli della tessitrice.

Annette Palmieri

Napoletana, gattara, logorroica, twittatrice compulsiva, non vivo senza il mio smartphone a portata di mano. Vi avviso: sono peggio di Lucy Van Pelt. Amo le parole e quotidianamente lotto contro i miei nemici giurati: i refusi. Non sono brava in tutto anzi, le cose che so fare sono notevolmente maggiori rispetto a quelle che non so fare. Ad esempio, so scrivere ma non so camminare e bere contemporaneamente.