CapriIo parto domaniItalia

Villa Malaparte a Capri: una casa verso l’infinito

Sommario

A Capri ci sono bellezze da mille e una notte: i Faraglioni con il loro profilo compatto da guardiani dell’isola, la Grotta Azzurra con la sua acqua blu, il Faro di Punta Carena con i suoi eterni tramonti. Ma madre natura non è la sola artefice di tanto splendore. Anche la mano dell’uomo ha contribuito a rendere celebre l’isola azzurra in tutto il mondo, con ville incantevoli.

Come? Attraverso le case capresi. Ti basta sbarcare a Marina Grande oppure passeggiare nei vicoletti del centro storico del “comune di sotto” per osservare abitazioni colorate, basse, alte, con le volte a botte, abbracciate da buganvillee.

Sfiorando e fotografando quegli edifici capisci che ognuno è diverso, ognuno è speciale. Dal più umile al più maestoso. Sì, le case a Capri parlano e raccontano senza bisogno di parole una storia unica: quella del suo proprietario.

Sull’isola delle sirene c’è una dimora che, forse più di ogni altra, custodisce e riflette la personalità del suo possessore. Ti sto parlando di Villa Malaparte, una delle costruzioni più famose di Capri. Voluta, desiderata e amata oltre ogni limite da Kurt Erich Suckert, in arte Curzio Malparte.

Ma chi era Curzio Malaparte? Un artista dal temperamento istrionico: scrittore, giornalista, soldato, politico, diplomatico e attore. Finito anche in carcere per le sue idee, fu prima fascista poi comunista. Adorato dalle donne era solito passeggiare per le strade dell’isola con il suo cane Febo.

La sua figura non passava inosservata in Piazzetta: capelli scurissimi e brillanti, tirati all’indietro dal gel. Le sopracciglia folte ma disegnate donavano ai suoi occhi neri un’espressione pungente e severa, a tratti distaccata.

Eppure quell’uomo dall’animo impenetrabile e schivo pensò Villa Malaparte. Un’abitazione costruita a sua immagine e somiglianza: “Triste, dura, severa”. Lo scrittore la chiamava Casa come me.

D’altro canto, Curzio manifestò più volte la volontà di vedere il suo carattere trasformato in altro da sé: “L’intonaco dei muri, le persiane, gli scalini…, vorrei che fossero la parte migliore di me, i lineamenti del mio viso e del mio spirito, gli elementi fondamentali dell’architettura e della storia della mia vita. Che m’assomigliasse, e che ciascuno sentisse, vivendoci, di stare dentro di me. Casa come me… il mio ritratto di pietra”. Adesso andiamo al sodo. Vieni a scoprire Villa Malaparte a Capri. Sei pronto?

Villa Malaparte: la storia

Tra Curzio Malaparte e Capri fu amore a prima vista. Lo scrittore del romanzo “ La pelle” approdò sull’isola nel 1936, era venuto a far visita al medico svedese Axel Munthe, proprietario di Villa San Michele. Durante il suo soggiorno, in una delle sue passeggiate, restò affascinato dalla bellezza selvaggia di Capo Masullo. Un promontorio roccioso, lungo 70 metri e largo 15, che affonda nel acque blu-verdi di Cala del Fico.

Di fronte a quello spettacolo della natura Malaparte capì che lo sperone di pietra sarebbe diventato la sua casa, quel luogo gli aveva dato l’ispirazione. Scrisse in seguito:

“V’era a Capri, nella parte più selvaggia, più solitaria, più drammatica, in quella parte tutta volta a mezzogiorno e ad oriente, dove l’Isola da umana diventa feroce, dove la natura si esprime con una forza incomparabile, e crudele, un promontorio di straordinaria purezza di linee, avventato in mare come un artiglio di roccia. nessun luogo, in Italia, ha tale ampiezza d’orizzonte, tale profondità di sentimento. È un luogo, certo, solo adatto per uomini forti, per liberi spiriti”.

Acquistò il terreno per dodicimila lire dal pescatore caprese Antonio Vuotto e si mise in contatto con l’amico Galeazzo Ciano – assiduo frequentatore dell’isola con la moglie Edda – per ottenere la licenza edilizia necessaria.

Per la creazione del progetto scelse l’architetto Adalberto Libera, uno dei massimi esponenti del razionalismo italiano e vicino al movimento futurista. Ma la collaborazione tra i due fu molto conflittuale, avevano visioni diverse: Libera presentò un disegno che si allineava con la tipica architettura in stile caprese mentre l’intellettuale immaginava un altro tipo di dimora, qualcosa che lasciasse il segno.

Infatti, secondo le lettere dell’architetto viareggino Uberto Bonetti, pare che Curzio Malaparte sia stato il principale ideatore della Villa. Ecco un estratto dei carteggi a sostegno di questa tesi: “La realizzazione materiale dell’edificio è stata effettuata su disegni propri ma dietro Vostro indirizzo estetico e costruttivo: piante, sezioni ecc.”. Questo spiegherebbe anche la parcella modesta presentata da Bonetti, riferita al solo lavoro tecnico-esecutivo.

Per i lavori in muratura, Malaparte incaricò il capomastro isolano Adolfo Amitrano, l’unico di cui si fidava ciecamente. La prima pietra della Villa fu posata nel 1938 ma le sue porte si spalancarono in modo definitivo solo nel 1940.

Gli interni di Villa Malaparte a Capri

Villa Malaparte domina, con le sue pareti in rosso pompeiano, la baia di Matermania e gode di una vista da sogno: a sud est è rivolta in direzione della Penisola Sorrentina mentre a sud guarda verso i Faraglioni di Capri e lo scoglio del Monacone.

A sorprendere è la sua forma a parallelipedo che segue l’andamento del promontorio, integrandosi in maniera quasi perfetta con l’ambiente. Ed è proprio la sua conformazione geometrica far entrare la casa nell’olimpo dell’architettura moderna.

All’esterno la struttura è collegata al mare attraverso scale dallo stile precolombiano, quasi sbocciano dalle rocce. La gradinata sale fino al tetto-solarium dell’abitazione. Qui c’è un muretto bianco, una vela ondeggiante che serviva a nascondere la canna fumaria e a proteggere Curzio Malaparte e i suoi ospiti da occhi indiscreti.

Il tetto era uno dei luoghi preferiti dal giornalista pratese, amava trascorrere le sue giornate pedalando su quella terrazza esposta ai venti. Pedalava fino allo stordimento, forse per placare le inquietudini del suo animo sempre in tempesta.

L’estro creativo dell’autore di “Kaputt”, però, raggiunse l’apice nell’arredamento degli interni di Villa Malaparte. La casa è formata da un grande salone con i mobili disegnati da Alberto Savinio e un pavimento in basolato che lo rende simile a una strada romana.

Le pareti sono caratterizzate da quattro grandi finestre incorniciate solo da legno di noce. Senza infissi sembrano dei quadri animati che si aprono su panorami differenti tra cui il Monacone e i Faraglioni.

Villa Malaparte finestra

Desta meraviglia il camino con il fondo di cristallo. Questa ingegnosa soluzione lascia intravedere il mare proprio nel momento in cui le fiamme ardono. Ma è anche un chiaro segnale per chi passa da quelle parti e da lontano capisce che la casa è abitata.

Lo studio di Malaparte – il suo pensatoio – si trova in fondo alla residenza, a picco sul mare. La stanza era per lui quasi sacra, inviolabile quando si sedeva alla macchina da scrivere. La camera si compone di tre finestre, ognuna con una vista unica: i Faraglioni, Punta Campanella e la linea d’orizzonte tra cielo e mare.

Anche il pavimento è un’opera d’arte: su ogni maiolica è dipinta una lira, tema che Malaparte riprese da uno schizzo di Goethe nel manoscritto del Viaggio in Italia.

Ci sono anche altre tre stanze: quella da letto, un appartamento per gli ospiti, chiamato “l’Ospizio” e “la Favorita”, la camera da letto della compagna del momento.

La costruzione di una casa così unica nel suo genere suscitò reazioni diverse, tra le più famose quella Bruce Chatwin che la definì: “Una nave omerica finita a secco”.

La curiosità vinse molti artisti e scrittori dell’epoca che si recarono a Capri per visitare quel gioiello avveniristico incastonato tra le rocce. A Villa Malaparte soggiornarono personaggi del calibro di Moravia, Elsa Morante, Camus, Picasso, Breton e Cocteau e perfino il gerarca nazista Rommel.

Per approfondire: Villa Lysis, l’anima del barone Fersen vive.

Villa Malaparte nei film

Villa Malaparte a Capri è stata il set per eccellenza di numerosi documentari e film. Il più famoso? “Il Disprezzo” di Jean-Luc Godard tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia. La pellicola fu interpretata da Michel Piccoli e Brigitte Bardot, l’atomica. Come dimenticare l’innata sensualità dell’attrice tra le terrazze e i saloni della Villa?

Piccola curiosità. La diva parigina sulle orme del padrone di casa imparò ad apprezzare un piatto tipico isolano: totani e patate.

Anche la regista Liliana Cavani nel 1981 ha utilizzato Villa Malaparte come palcoscenico per il suo film “La pelle”, trasposizione del romanzo dello scrittore pratese. A vestire i panni di Curzio Malaparte? Marcello Mastroianni.

Casa come me è ancora oggi più viva che mai nell’immaginario collettivo: è stata scelta come protagonista della locandina ufficiale del sessantanovesimo Festival cinematografico di Cannes. Il manifesto ritrae la villa caprese in una scena de “Il Disprezzo”, diventato il simbolo intramontabile del cinema d’autore.

Villa Malaparte locandina Festival di Cannes 2016

Villa Malaparte: oggi

Per vedere Villa Malaparte devi avventurarti lungo uno dei sentieri nascosti di Capri, il Pizzolungo. Durante la passeggiata sei circondato dal verde della macchia mediterranea: ginestre e mirto selvaggio ti accarezzano l’olfatto mentre il mare a pochi passi cammina con te. Dopo aver superato la Grotta di Matermania la vedi: casa Malaparte si staglia sul promontorio di Capo Masullo avvolta dai pini e vestita del suo inconfondibile rosso pompeiano.

Puoi ammirala solo da lontano come un diamante prezioso difficile da avere. Non è possibile visitare Villa Malaparte. La dimora è stata lasciata in eredità dal proprietario al popolo cinese per rafforzare i rapporti tra Oriente ed Occidente.

Ma gli eredi, in disaccordo con la decisione del congiunto, hanno impugnato il testamento. La lunga disputa legale ha attribuito la casa ai parenti e attualmente è di proprietà della Fondazione Ronchi, veste giuridica dei familiari dello scrittore.

Tu hai visto Villa Malaparte?

Villa Malaparte è lo specchio della personalità di un uomo che ha reso eterna la sua essenza grazie a quei muri colorati e quelle forme inconfondibili. Le riconosci da qualsiasi angolazione: dal mare, dal cielo e da terra. Desideri uno scenario surreale? Di notte, illuminata dalla luna, questa dimora assume contorni magici ed eleganti. Ora lascio la parola a te. Cosa ne pensi di Villa Malaparte a Capri? Aspetto il tuo punto di vista nei commenti.

Marilena D'Ambro

Giornalista, blogger e webwriter. Scrivo per diversi blog tra cui: SEOchef, HostingVirtuale e LogicalDOC – Gestione documentale facile. Non inizio la mia giornata senza un buon caffè e una passeggiata immersa nella natura in compagnia del mare.