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I misteri di Capri: scopri il lato oscuro dell’isola

Sommario

La luna piena si muove tra gli alberi di via Camerelle. Sfiora Il profilo dei Faraglioni e allunga i suoi raggi sulle geometrie delle ville storiche. Prova a insinuarsi sotto le porte chiuse. Si riflette sui vetri sbarrati delle finestre. Si creano giochi di luce e Il silenzio è palpabile, il preludio dell’attesa. O dell’incognita.

Il tempo sembra fermarsi e trattenere il respiro ma niente accade. Solo le ombre prendono consistenza disegnate sulle pareti e sulla pelle rocciosa dell’isola. Camminano al tuo fianco per sussurrarti segreti.

Ti accompagnano fino alle panchine solitarie del Belvedere di Tragara. Il mare nero fa capolino nel tuo sguardo. È placido come un lenzuolo di seta. Ma all’improvviso si agita. L’eco dei suoi flutti si mescola al mormorio di quelle anime in pena. Il rumore diventa assordante e trovi il coraggio di voltarti verso quelle oscure presenze che conservano vaghe fattezze umane.

In una distingui l’accenno di un sorriso di donna, nell’altra scorgi un mantello, forse una tunica, che sfiora il pavimento senza emettere alcun fruscio. Ma sono i loro occhi a colpirti, quasi bianchi. In quelle pupille senza colore vedi riflessa l’isola di Capri in un contrasto di luce e tenebra. E la natura, che cresce rigogliosa e tanti frutti dona, diventa invalicabile e maestosa. Quasi intimidatoria. Desiderosa di proteggere ciò che non può essere spiegato con la ragione.

Come nascono miti e leggende sull’isola

Ti rendi conto che ogni cosa – dai porti alle grotte, dalle ville alle piazze – ha una doppia storia da raccontare: quella ufficiale e razionale e quella fatta da episodi irrazionali e strane coincidenze. E così nascono miti, leggende e misteri destinati a restare tali.

Anzi, ci piacciono proprio per questo. Sì, i misteri di Capri si intrecciano alla natura – ora gentile ora spaventosa – alle epoche passate e alle credenze popolari. Che ne dici di illuminare le zone d’ombra? Vieni con me alla scoperta dei misteri di Capri.

Salto di Tiberio: la condanna del vuoto

Tiberio è passato alla storia per essere un sovrano crudele, Tacito e Svetonio lo dipingevano come un uomo avvezzo ai vizi, alla libidinee ai peccati di gola. Ti dico di più, pare che fin da bambino mostrasse un insolito sadismo. Il suo precettore greco lo definì πηλov αιματι πεφuραμεvov (melma intrisa di sangue).

Pensa che in più di un’occasione ha abusato della sua posizione: fece condannare delle donne dell’alta nobiltà per appropriarsi dei loro beni e fu spietato anche con la nuora Agrippina. La parente era colpevole di non voler mangiare i frutti che lui le offriva. Il suo destino? La fece torturare.

Il salto di Tiberio

Tiberio, come avrai intuito, era amante degli eccessi e del potere. Dubitava di chiunque fino a sfiorare la follia e l’ossessione. Il suo più grande timore? Non sedere più sul trono dell’Urbe. Il nemico più temibile era Elio Seiano, luogotenente e capo dei Pretoriani. Secondo il mito che circonda la figura del nobile, la sua pazzia non risparmiò nemmeno l’isola azzurra che – dal 27 al 37 D.C. – divenne la sua seconda casa.

 Scopri i misteri di Capri e il Salto di Tiberio

Sembra che un semplice pescatore di Capri commise l’errore di offrigli una triglia come omaggio. L’imperatore disgustato dal dono gli fece sfregare in faccia quel pesce e ordinò che il marinaio venisse gettato in mare dalla rupe di Villa Jovis. Il Salto di Tiberio – alto 297 metri – si trovava (e trova) vicino all’antico faro nelle prossimità della dimora e si racconta che il sovrano si divertisse a far precipitare nel vuoto nemici politici, amanti e condannati a morte. Di queste vicende ne scrive Svetonio in “Vite dei Cesari”:

Si fa vedere in Capri il punto in cui si rivelava tutta la sua crudeltà, facendo precipitare in mare alla sua presenza, le sue vittime, dopo averle a lungo martoriate con ogni maniera di tormenti. Cadevano in mezzo ad una squadra di marinai, i quali li percuotevano barbaramente con bastoni, e con i remi, in fino a tanto fosse spento in esso ogni soffio di vita

Nonostante la testimonianza dello storico, non ci sono certezze su questa terribile usanza. Tutto è avvolto dal mistero. Anzi, quest’orribile abitudine del monarca è stata confutata. Il motivo? Un corpo lanciato da un’altezza pari a circa 300 metri non cadrebbe direttamente nello specchio d’acqua sottostante ma si schianterebbe sulle rocce.

La figura di Tiberio è piena di luci e ombre: alcuni lo descrivano come un nobile generoso e attento, altri come un mostro malvagio. Tuttavia, è sempre protagonista dei misteri di Capri.

Grotta Azzurra: la casa del demonio

La Grotta Azzurra è una delle cose da vedere a Capri. Famosa per il blu delle sue acque dovuto a un gioco di luci: i raggi del sole penetrano attraverso una finestra sottomarina , che si apre sotto l’entrata, e subiscono una filtrazione dell’acqua che assimila il colore rosso e lascia passare l’azzurro.

L’antro era usato come ninfeo da Tiberio, sul suo fondale, infatti , sono state ritrovate antiche statue di epoca romana oggi custodite nella Casa Rossa. La spelonca fu poi riscoperta nel 1826 dallo scrittore tedesco August Kopisch insieme al pittore Ernst Fries al pescatore Angelo Ferraro che narrarono la sua bellezza al mondo. Ma prima la grotta tempo rimase inviolata, nessuno osava varcare il suo ingresso. Veniva chiamata addirittura la Grotta del Diavolo.

La ragione? Tra la popolazione si era diffusa l’idea che la caverna fosse abitata non solo da ninfe ma da demoni e spiriti maligni. Avrai sentito parlare degli spettri della Grotta Azzurra, presenze che, forse, ancora tormentano i sogni dei bambini isolani.

 Scopri i misteri di Capri e gli spettri della Grotta Azzurra
Grotta Azzurra dipinto di Karl Wilhelm Diefenbach

Secondo questa leggenda di Capri, queste oscure creature spaventavano chiunque osasse avventurarsi nell’antro. Afferma Federico Miranda a Voce di Napoli: “Alcuni preti sarebbero entrati, nel Seicento, all’interno della grotta per scacciare tali spiriti e ne sarebbero fuggiti, avendo l’impressione di trovarsi in un tempio con un altare maggiore, circondato da simulacri”. Qual è la spiegazione? Tutto si deve alle statue. Venivano scambiate per demoni a causa della poca illuminazione.

La grotta dei giganti e la Grotta Oscura

Ma i misteri di Capri animano anche le pareti silenziose di Grotta delle Felci, rifugio dei primi abitanti del posto e nascondiglio di presunti giganti. Altri enigmi irrisolti hanno spinto studiosi sulle tracce di una caverna scomparsa nel 1808 dopo il crollo della torre della Certosa di San Giacomo.

Sto parlando della Grotta Oscura, si dice che fosse bella quanto la Grotta Azzurra e anche di più ma nessuno è mai riuscito a capire dove si trovasse con esattezza. Eppure il giornalista Joseph Addison nel 1701 – uno dei pochi che pare sia riuscito a visitarla – ne delinea le caratteristiche, soffermandosi sul soffitto arrotondato e sgocciolante percorso da stalattiti che conferivano al luogo un aspetto surreale come se si trattasse di un’altra dimensione.

La bella ballerina e il fantasma di Tiberio

Tiberio torna ad alimentare i misteri di Capri ma questa volta lascia le sue spoglie mortali per trasformarsi in un angelo della morte. Questa leggenda viene narrata dalla penna del giornalista Giuseppe Aprea sul periodico L’Isola per poi essere ripresa dalle pagine di Vesuvio Live. La protagonista è la bella caprese Carmelina Cerrotta che, agli inizi del 19esimo secolo, riusciva ad attirare schiere di turisti presso Villa Jovis.

 Scopri i misteri di Capri, il fantasma di Tiberio
L’imperatore Tiberio

La donna, insieme al marito, aprì un’osteria su un terreno avuto in concessione nei dintorni della dimora di Tiberio. Il suo intento? Offrire agli stranieri un po’ di sollievo dopo la lunga passeggiata. Macedonia di frutta e vino con le pesche erano le bontà più amate dai viaggiatori che si avventuravano alla scoperta di uno dei punti più alti dell’isola. Ben presto la giovane imprenditrice riuscì a conquistare gli ospiti non solo con le sue doti culinaria ma anche con l’arte della favella e le sue abilità di ballerina.

Di giorno, raccontava aneddoti legati all’imperatore “Timberio” (così chiamato dai capresi), romanzando fatti realmente accaduti aggiungendovi un pizzico di creatività e pathos. E così, grazie alle sue parole affascinanti, il nobile romano ritornava dall’oltretomba portando con sé intrighi e nefandezze. Le parole di Carmelina ammaliavano il pubblico tanto da non discernere il vero dal falso.

La tarantella di Carmelina

Ma con la discesa della notte l’estro creativo della guardiana dei ruderi raggiungeva il culmine: a mezzanotte accompagnata dal fulgore delle stelle, la donna incantava gli spettatori con il ballo della Tarantella. Le sue movenze aggraziate e pervase da una trans mistica lasciavano estasiati i visitatori che curiosi le chiedevano da chi avesse appreso quei passi.

Lei affermava di aver ereditato quel ritmo da una sua antenata, un’ancella di Tiberio, la quale danzava per l’imperatore. Inoltre, sosteneva che il re di Roma venisse a trovarla durante le ore più buie della giornata per rivelarle gli inganni e i vizi del suo tempo.

Il suo spettacolo attrasse personaggi illustri tra cui Guglielmo II, Kaiser di Germania e l’archeologo Amedeo Maiuri. Quest’ultimo mise fine ai racconti e alla popolarità della ballerina perché iniziò a riportare alla luce i tesori sepolti di Villa Jovis. Quelle rovine che riaffioravano dalla terra non lasciarono più spazio all’inventiva della ristoratrice: raccontavano l’epoca romana senza bisogno di narrazioni.

E così, Carmelina in preda alla disperazione bruciò le sue vesti di danzatrice e si uccise nel 1950, gettandosi dal balcone di casa in una torrida mattinata di luglio. Si sussurra che fu il fantasma di Tiberio a spingerla tra le braccia della morte.

Lo spirito del sovrano, con la fine degli scavi, portò a termine il suo ultimo atto di egoismo prima di abbandonare per sempre Capri: strappò dal mondo dei vivi, il suo fiore più bello: la sua ancella più fedele. In realtà, il motivo del suicido va ricercato nell’incapacità della donna di accettare la vecchia che comportava la perdita della sua bellezza e del suo pubblico affezionato.

Per approfondire: Villa Jovis a Capri, la dimora di Tiberio al centro del mondo

Conosci altri misteri di Capri?

Queste oscure leggende di Capri si nutrono di finzione e realtà, sollevando dubbi e suscitando fascino. Prima di salutarti voglio lasciarti un ultimo episodio per addolcire queste cruente vicende. Voglio raccontarti del famoso bacio sotto i Faraglioni: si dice che se due innamorati si sfiorino le labbra vicino a questi giganti del mare porti fortuna, da provare non credi? Ora lascio la parola a te. Conosci altri misteri di Capri?


Nota: in copertina riproduzione del dipinto Porto Antico Capri, 1906 by Karl Wilhelm Diefenbach. Parte delle opere dell’artista sono esposte nel Museo Diefenbach ospitato nel Refettorio della Certosa di San Giacomo.

Marilena D'Ambro

Giornalista, blogger e webwriter. Scrivo per diversi blog tra cui: SEOchef, HostingVirtuale e LogicalDOC – Gestione documentale facile. Non inizio la mia giornata senza un buon caffè e una passeggiata immersa nella natura in compagnia del mare.