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Il campanile di Anacapri: il simbolo di un popolo

Sommario

Tutti conoscono il campanile di Capri con il suo quadrante maiolicato e le sue lancette. Svetta sulla Piazzetta e scandisce le ore di residenti e turisti mentre sorseggiano il drink tra i tavolini dei bar. Ma non tutti sanno che anche Anacapri, il secondo comune dell’isola, ha il suo campanile con l’orologio. Dove si trova? Proprio accanto alla chiesa di Santa Sofia nel centro storico del paese.

In realtà, gli orologi sono tre. Ognuno è testimone di eventi che hanno reso Anacapri quella che è oggi. Il primo, il più moderno, puoi vederlo dal sagrato della chiesa di Santa Sofia. Poi c’è l’altro, più antico e maiolicato che ha smesso di battere e si nasconde un po’. Infine, il terzo affaccia sul vicolo che conduce a piazza Boffe.

Il campanile di Anacapri custodisce una storia, a tratti misteriosa, che si intreccia con le vicende della popolazione fino a diventarne il simbolo. Ed è proprio la sua storia che voglio raccontarti oggi. Un piccolo tuffo nel passato per vedere con occhi più consapevoli il presente quando visiterai questa cittadina alle pendici di Monte Solaro.

Il campanile di Anacapri: la storia

Il campanile di Anacapri fu costruito nel Seicento, un secolo dopo la chiesa di Santa Sofia. E fu la popolazione locale a dettare il tempo del proprio centro abitato. Pietra dopo pietra, gli anacapresi eressero la loro torre: alta 15 metri e con il quadrante maiolicato a risplendere sulla vetta. Lo scorgi mentre passeggi nel cuore di via Giuseppe Orlandi, ma per osservarlo bene devi spostarti di lato rispetto alla chiesa. Riposa accanto al fratello più giovane e in piena attività. I suoi colori -blu, giallo, nero e bianco- spiccano sull’immacolata facciata. Riflettono i raggi del sole che, in un gioco di luci e ombre, si divertono a tracciare le lancette ormai scomparse.

No. Le sorprese non finiscono qui: Il quadrante maiolicato del campanile di Anacapri ha una particolarità: è suddiviso in sei ore anziché dodici. Quando la lancetta segnava le sei (ovvero le dodici secondo gli orologi odierni) erano le sei del mattino. Dopo un giro d’orologio era mezzogiorno, poi le sei del pomeriggio e, infine, mezzanotte.

In altre parole, la giornata iniziava alle sei del mattino e finiva alle sei del pomeriggio. Erano vecchie abitudini contadine: oggi sarebbe un modo obsoleto di intendere il tempo ma all’epoca era perfetto per lo stile di vita dei cittadini anacapresi.

Ma chi si prendeva cura dell’orologio seicentesco? Chi rimetteva in moto le ore quando i suoi rudimentali ingranaggi si fermavano? Della manutenzione del campanile di Anacapri se ne occupava la famiglia Massimino, esperti fabbri e falegnami. Dopo il custode del tempo divenne Ciro Maione.

 

Il campanile di Anacapri
PH: Davide Esposito

Nel Novecento arriva l’orologio a dodici ore

Agli albori del Novecento la modernità avanzava inarrestabile e anche il quadrante maiolicato andò in pensione. Dopo circa 300 anni, il re di Anacapri cedette il trono al suo successore: l’orologio a dodici ore. Il passaggio dall’uno all’altro meccanismo non fu semplice. È risaputo, ogni fase di transizione tra antico e moderno viene sempre segnata da qualche battaglia e così fu anche per il campanile di Anacapri.

I protagonisti che si sfidavano sui due fronti contrapposti? L’amministrazione comunale dell’epoca – che voleva sostituire l’orologio maiolicato con uno più moderno – e il parroco Tommaso De Tommaso. Il religioso non intendeva rinunciare per nessun motivo al quadrante maiolicato della sua chiesa.

Alla fine l’amore per la propria comunità prevalse in entrambe le parti: comune e chiesa si strinsero la mano, giungendo a un compromesso. Nel 1920 la ditta Curci di Napoli montò l’orologio a dodici ore che prese il posto del suo antenato. Quest’ultimo, però, non venne tolto ma solo affiancato al suo più giovane omonimo. Da quel momento veglia silenzioso sul suo fratello minore, controllando che continui a muovere le sue lancette.

Per approfondire: La spiaggia di Gradola ad Anacapri: un tuffo nel blu

Il campanile di Anacapri oggi

Il campanile di Anacapri continua a fare bella mostra di sé, troneggiando su piazza Diaz e incantando i turisti per la sua regale imponenza. Ma non solo. La torre dell’orologio continua a esercitare il suo potere sui residenti. In che modo? Dettando le ore e i minuti di ogni attività quotidiana con il rintocco delle sue campane.

Per vedere il campanile della chiesa di Santa Sofia devi salire ad Anacapri. Da Capri prendi l’autobus diretto ad Anacapri e scendi a piazza Vittoria. Qui puoi decidere se fermarti a Villa San Michele o continuare per viale Giuseppe Orlandi. Puoi concederti una vista prima alla Casa Rossa e poi alla chiesa di San Michele. Tra una meraviglia e l’altra arriverai ai piedi del campanile di Anacapri. A questo punto, dovrai solo alzare lo sguardo.

Curiosità: durante i lavori di ristrutturazione tra comune e scuola elementare, Antonio Mazzarella scoprì un tesoro. L’operaio del Comune di Anacapri ritrovò il vecchio meccanismo -un insieme di funi e ingranaggi- che governava l’orologio a dodici ore prima che fosse sostituito con un sistema più moderno. Il marchingegno fu conservato all’interno di murature negli anni Settanta e adesso attende di essere revisionato e mostrato al grande pubblico.

Il campanile di Anacapri: il simbolo di un popolo
PH Davide Esposito

Vuoi visitare il campanile?

In questo articolo ho provato a raccontarti la storia del campanile di Anacapri e dei suoi orologi. Strumenti che hanno cambiato le abitudini di un popolo e sono entrati a far parte del patrimonio storico culturale dell’isola. Ora lascio a te la parola. Hai mai visto il campanile di Anacapri? Cosa ne pensi? Lascia la tua risposta nei commenti.

Marilena D'Ambro

Giornalista, blogger e webwriter. Scrivo per diversi blog tra cui: SEOchef, HostingVirtuale e LogicalDOC – Gestione documentale facile. Non inizio la mia giornata senza un buon caffè e una passeggiata immersa nella natura in compagnia del mare.